Costruire solide organizzazioni positive.
Sfida possibile grazie al contributo di due figure emergenti: #welfare manager e #chief happiness officer
Per parlare di come sia possibile costruire solide organizzazioni positive, partiamo con alcuni dati tangibili, ad esempio quelli che ci indicano che l’87% dei dipendenti al mondo è demotivato e che in Italia, nella fascia over 50, solo il 31% si sente valorizzato e “attivo” e gli altri si definiscono in “difficoltà” (il 46%) e “smarriti” (il 23%). Si stimano, dunque, oltre 500 miliardi persi in produttività (1).
In Europa, 40 milioni di lavoratori soffrono di “stress da lavoro correlato” e 84 milioni di persone soffrono di depressione, disturbi d’ansia, dipendenza da alcol e droghe.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nell’anno 2020 la depressione sarà la seconda malattia con cui il mondo dovrà fare i conti. Questo equivale a 600 miliardi persi in termini di tasso di occupazione, produttività, sicurezza sociale e sanitaria diretta (2).
Se questi sono, dunque, i numeri, e si tratta solo di alcuni tra quelli disponibili, che tracciano l’infelicità in azienda, nelle organizzazioni, immaginiamo quanto possa costare cara a tutta la società, non solo alle aziende/organizzazioni, che senza dubbio, pagano il prezzo più alto.
Come è possibile cambiare questi numeri, queste evidenze? Cosa possiamo fare per rendere i dipendenti più felici e tutto il sistema positivo? Come possiamo tendere al Benessere organizzativo e dunque al Benessere delle persone?
Una possibile risposta risiede nell’entrata in gioco, nelle organizzazioni, di figure emergenti come quella del #WelfareManager (WM) e del #Chief Happiness Officer (CHO), professioni dedicate a guidare e sostenere buone pratiche che generano risultati positivi per le organizzazioni e le portano ad evolvere generando felicità e benessere.
Per mirare al Benessere Organizzativo, c’è bisogno di solide competenze e professionisti. Il Chief Happines Officer è questo ma è anche un pioniere del cambiamento culturale del mondo del lavoro nella direzione di una maggior felicità, ed un complexity thinker capace di contribuire ai processi di trasformazione e al cambiamento culturale. Il CHO è un nuovo ruolo nella Direzione delle Risorse Umane ma al tempo stesso, non è solo patrimonio dell’area HR, sono nuove competenze per tutti i manager, perché in ognuno di noi c’è un CHO e le competenze di ciascuno possono essere sviluppate e continuamente allenate.
Riguardo alla seconda figura professionale, quella del Welfare Manager, si parla di una figura complessa, che ha caratteristiche e formazione eterogenee e multidisciplinari e con un interesse autentico e vocazionale per questa professione, che ha nel suo DNA una forte connotazione etica e di responsabilità sociale.
Infatti, il welfare aziendale, oggi, è divenuto una leva significativa di gestione delle risorse umane, utilizzata in termini di attrattività e per motivare e trattenere collaboratori. Grazie all’opera del WM si sovraintende al benessere dei dipendenti e all’equilibrio tra vita lavorativa e vita personale. Il suo obiettivo è quello di “ideare e coordinare interventi atti a migliorare la qualità di vita delle persone dentro e fuori l’azienda, sia dal punto di vista del benessere organizzativo che del benessere personale, offrendo opportunità concrete in termini di servizi e benefici”.
Il WM è una figura riconosciuta, in Regione Lombardia (3) e si auspica possa diventarlo a livello nazionale.
Una buona strategia di welfare aziendale, si basa sull’analisi dei cicli di vita attraverso l’ascolto dei bisogni, la co-progettazione delle soluzioni e l’attenzione al contesto nazionale e locale, al fine di rendere il più fluido possibile l’intersecarsi delle generazioni all’interno dell’organizzazione. Del resto, ad ogni singolo momento del ciclo di vita personale/lavorativo corrisponde una differente esigenza di conciliare gli impegni lavorativi con quelli personali, di conseguenza il WM si focalizza sui progetti di work-life balance e sullo sviluppo di iniziative a sostegno del benessere delle persone.
Fonti e bibliografia
- Ricerca Gallup; Ricerca Valore D e Università Cattolica di Milano (1)
- Sole24Ore; OECD (2)
- QRSP Welfare Manager (3)
Per approfondimenti vedi:
“La scienza delle organizzazioni positive”– di Daniela Di Ciaccio e Veruscka Gennari, Ed. Franco Angeli
https://www.iipo.it/ Agency e dell’Italian Institute for Positive Organization
“Welfare Manager, Benessere e cura” di Daniela Dato e Severo Cardone – Ed. Franco Angeli
di Elisabetta Dallavalle
Co-Founder ELEHUB
Wellbeing & Sustainability Advocacy
CHO – Chief Happiness Officer® | Welfare Manager®
Autrice “Tutta Questione di Benessere “ – Licosia,2019