L’educazione e la stabilità finanziaria, in situazione d'emergenza

L’educazione e la stabilità finanziaria, cominciano dal budget!
Nelle fasi di crisi possono esserci mutamenti nell’economia personale e talora le scelte che abbiamo
rimandato evidenziano conseguenze indesiderate: avremmo, probabilmente, dovuto spendere
meglio, accantonare di più, affrontare la nostra situazione complessiva per tempo.
Il supporto all’economia personale e familiare, in questi casi, è dato dall’educazione finanziaria di
qualità, una nuova frontiera del welfare aziendale che ci insegna, innanzitutto, ad affrontare la
situazione contingente, anche per far sì che una nuova emergenza non ci colga impreparati.
Come si fa, dunque, a rendere più solido il proprio budget familiare?
La prima cosa da fare è verificare la stabilità economica attuale e prospettica, descrivendo le entrate
e le uscite mensili attese dei prossimi 12 mesi. Se dovesse emergere un periodo di risparmio
negativo (ad esempio, per spese importanti o pagamento di tasse), sarebbe necessario disporre
immediatamente di risorse sufficienti a coprire tali deficit. Questo tipo di analisi, che le aziende
chiamano cash flow, dovrebbe essere fatto anche per scenari, considerando sia i flussi economici
familiari nel caso in cui tutto prosegua linearmente che il caso “peggiore”, che può comprendere ad
esempio uno stipendio pagato posticipatamente o uno o più redditi mensili da lavoro autonomo che
vengano a mancare.
Quando gli educatori finanziari di qualità (norma UNI 11402) affrontano questi temi con le
famiglie, la prima indicazione semplice ma efficace è quella di tenere sempre accantonate risorse
finanziarie pari ad almeno 3 volte il consumo mensile. Ad esempio, prendendo ad esempio la
famiglia media italiana, che spende 2.571 euro al mese (fonte Istat 2018), dovremmo tenere sempre
da parte 7.713 euro. Per mettere in pratica quanto descritto è fondamentale registrare i propri
consumi in maniera metodica e iniziare a dividere le spese essenziali, come ad esempio le spese
condominiali, le assicurazioni e previdenze o le spese per l’istruzione dalle spese secondarie, quelle
alle quali possiamo rinunciare in caso di necessità.
Sulle voci di spesa essenziali, in alcuni casi, è opportuno fare “spending review”, verificando
periodicamente se a parità di servizio si possano conseguire risparmi. Telefonia, luce, gas e rate dei
mutui sono alcune delle voci che, semestralmente, andrebbero verificate in termini di possibili
risparmi. C’è poi il tema delle spese secondarie, che andrebbero rilette per capire se tolgono spazio
a spese più importanti. Spesso, infatti, spendiamo soldi per cose che ci interessano e servono poco, e
questo ci toglie la possibilità di spese alle quali teniamo veramente. Peraltro, in questa fase
crediamo che molti di noi si siano resi conto che quel che abbiamo basta ed avanza.
L’educazione finanziaria che il welfare aziendale può mettere a disposizione dei lavoratori offre
metodi e supporti per tenere sotto controllo entrate ed uscite, facilita la costituzione di una riserva
per le necessità improvvise e permette di gestire meglio, oggi e domani, sia gli imprevisti che i
progetti economici e finanziari della propria famiglia. Aiuta, in pratica, a controllare la propria
economia personale e a renderla più vicina ai nostri bisogni e ai nostri desideri.

Claudio Grossi Partner ProgeticaSergio Sorgi Presidente, eQwa