Mi capita spesso di approcciare responsabili e dipendenti di aziende sul tema del Welfare Aziendale e le prime e automatiche risposte sono “nella mia azienda di welfare non se ne parla”, chiedo se l’azienda attua orari flessibili, oppure se è possibile lavorare in Smart-Working, ma la risposta è sempre negativa.

Allora chiedo “dove ti fai recapitare i pacchi per gli acquisti on-line?” e la pronta risposta è “in azienda!”; ecco allora che si scopre che l’azienda predispone un primo piccolo benefit per i propri lavoratori, affinché possano ricevere pacchi tramite presso loro impresa risparmiando tempo e costi.

Oltre la ricezione dei pacchi in azienda si scoprono sempre molte altre abitudini e prassi non scritte, che viaggiano sul filo delle buone relazioni fra le persone e i risultati sul lavoro, per esempio; buoni mensa, pacchi di Natale o buoni spesa in genere.

Questo modo di gestire la conciliazione vita lavoro per le imprese lo chiamo il Modello Base del Welfare, che anticipa qualsiasi piano di welfare, perché già insito nei comportamenti delle persone e dell’organizzazione.

Il Modello Base ha la peculiarità di essere sempre presente in un’azienda e come prima peculiarità ha quella di non avere regole scritte, non è definito se nasce dalla proprietà o dai dipendenti, non ha costi definiti e si diffonde con il passaparola.

Il Modello Base spesso è molto efficace per i lavoratori perché nasce dal loro spirito di adattamento al contesto organizzativo ed è quindi in continua evoluzione.

Nella mia esperienza ho visto molte cose interessanti nel modello base: convenzioni per la pausa pranzo, flessibilità oraria su base giornaliera, banca delle ore, in alcuni casi anche orari ridotti per i dipendenti più anziani o la possibilità di portare figli o animali domestici sul luogo di lavoro.

In alcuni casi i lavoratori hanno promosso gruppi di acquisto, convenzioni sui servizi, oppure il datore di lavoro ha concesso l’uso degli spazi aziendali per momenti di ricreazione, feste di Natale e compleanni.

Molte aziende applicano il lavoro agile da sempre e da sempre le persone si sono sentite responsabilizzate nel gestire il proprio tempo in base agli obiettivi dell’azienda, senza dover rendere conto delle proprie assenze per questioni familiari.

Il Modello Base costituisce il Total Reward dei dipendenti con una particolarità: tutto quanto offerto/concesso ai lavoratori non è scritto da nessuna parte e quindi non migliorabile, non è a sistema, è difficile da comunicare, rendicontare o anche solo da diffondere correttamente.

In alcuni casi il Modello Base non considera elementi di vantaggio che vengono dalle, norme o dagli stessi contratti nazionali: molti sono i casi di congedi di paternità non fruiti perché non comunicati oppure non vengono sfruttati al meglio gli sgravi fiscali e contributivi previsti dal TUIR.

È abbastanza diffuso ormai che molti CCNL (Metalmeccanici, Orafi, Telecomunicazioni e turismo) prevedano già per legge misure di Welfare Aziendale e mutue sanitarie, ma rimangono ancora scarsamente conosciute ai dipendenti, di cui ne fanno un uso limitato e spesso al di sotto delle potenzialità

Prima di implementare un piano di Welfare è quindi fondamentale fare una corretta analisi dell’organizzazione e valutare abitudini, buone prassi e modalità di lavoro attuate prima ancora che scritte, valutare con l’azienda cosa di buono risulta già attuato e capire come migliorarlo in un’ottica di benessere e produttività.