Pare ormai imminente la pubblicazione dell’Avviso di Regione Lombardia che andrà a finanziare azioni a sostegno dello Smartworking nelle imprese lombarde, nelle modalità già previste nel 2018 con l’approvazione dei criteri di programmazione e risorse delibera_7779_del_17_gennaio_2018

Anche grazie ai progetti che potranno essere finanziati, le aziende potranno lavorare sulle questioni centrali dello Smartworking: il cambiamento culturale, gli stili di leadership e le competenze per il lavoro agile, le tecnologie abilitanti, la riorganizzazione degli spazi aziendali per attività diverse (collaborazione, comunicazione, concentrazione, rigenerazione).

Nell’attesa di progettare queste nuove azioni, e di lavorare sullo Smartworking come leva organizzativa, può essere utile sgombrare il campo da alcuni elementi che generano tutt’ora confusione sul concetto e sull’applicazione dell’altrimenti detto lavoro agile. Infatti, non basta che i dipendenti lavorino da casa o da altri luoghi per poter parlare di Smartworking.

Quando si parla di Smartworking spesso si usa ancora questa espressione erroneamente, intendendo in realtà una forma di “remote working strutturato” in cui a un gruppo di dipendenti viene data la possibilità di lavorare da casa uno o più giorni alla settimana, con il sostegno della tecnologia.

La realtà dello Smartworking è decisamente più complessa di così. Ma prima di approfondire cosa veramente sia, cominciamo con il delineare cosa non è lo Smartworking.

Lo Smartworking:

Non è Telelavoro

Nel panorama italiano, il telelavoro è stata una poco frequentata modalità di esecuzione del lavoro dipendente che faceva leva principalmente sulla dislocazione rigida del/la lavoratore/trice in una sede periferica, quasi sempre il suo domicilio. Potremmo considerare il telelavoro un progenitore del lavoro agile, in considerazione del fatto che se ne è parlato e si è cercato di sperimentarlo prima dell’avvento massiccio di Internet e delle connessioni Wi-Fi.

Non è Lavoro flessibile

Quello di Flexible Working, infatti, è un termine che viene accostato al concetto di lavoro che incontra le esigenze di work-life balance, cioè dell’equilibrio tra vita personale e vita professionale, e come tale tocca le diverse aree della flessibilità oraria, della flessibilità nei contratti di lavoro, e in solo in parte della flessibilità del luogo di lavoro.

Non è Nomadismo digitale

Termine che indica l’uso delle tecnologie digitali per poter lavorare ovunque, senza limiti di spazio e di tempo e, quindi, normalmente riguarda il lavoro autonomo da freelance o imprenditoriale nel quale rappresenta l’approccio individuale al lavoro da remoto indipendente da una posizione geografica.

Lo Smartworking:

  • è un approccio organizzativo che supera i vecchi vincoli di orario e luogo del lavoro dipendente
  • è un sistema di lavoro centrato sugli obiettivi
  • è una modalità di lavoro che stimola autonomia e responsabilità dei singoli sui risultati
  • massimizza le potenzialità della tecnologia digitale
  • trova la sua cornice di regolamentazione nell’accordo individuale tra azienda e dipendente, nella modalità disposte dalla recente normativa sullo smartworking.