I progetti di smart working nelle aziende lombarde in tempi di emergenza

Le aziende che in questo periodo stanno beneficiando del Voucher per l’adozione di piani di Smart Working concesso da Regione Lombardia nella primavera scorsa (ne avevamo parlato qui: Call per aziende #SmartWorking Regione Lombardia ) sono sempre più chiamate a bilanciare gli obiettivi iniziali del progetto con gli obiettivi che via via la situazione emergenziale che stiamo vivendo crea.

Regione Lombardia aveva ideato il quadro di intervento contenuto nell’avviso pubblico per l’adozione di piani aziendali di Smart Working prima che l’Home Working diventasse una parte così consistente delle attività lavorative. L’avviso spinge nella direzione di un modello organizzativo di maggiore flessibilità per quanto riguarda i luoghi e i tempi di lavoro, con il risultato atteso di incrementare la produttività e aumentare il benessere di lavoratori e lavoratrici.

A tal fine, le aziende finanziano attraverso il voucher assegnato, sia i servizi di consulenza e formazione finalizzati all’adozione di un piano di smart working (Azione A), sia l’acquisto di strumenti tecnologici per l’attuazione del piano di smart working (Azione B).

Le considerazioni che FareWelFare sta sviluppando nell’accompagnare le aziende in questo percorso, riguardano fondamentalmente alcuni punti.

  1. Le aziende e i loro dipendenti non sono disponibili a “tornare indietro” alla vecchia e tradizionale organizzazione del lavoro in presenza dopo aver “assaggiato” il lavoro da remoto. Pur consapevoli degli evidenti svantaggi connessi alla forma di lavoro da remoto forzato sperimentata nella primavera scorsa, i vantaggi in termini di minori esigenze di mobilità e relativi tempi necessari sono apprezzatissimi, unitamente al progressivo spostamento verso una modalità di lavoro davvero più agile nelle prestazioni lavorative così come nelle modalità di relazione e comunicazione nel team di lavoro.
  1. La procedura per avviare lo smart working in questi mesi prevede una semplificazione legata al perdurare dell’emergenza. Le aziende si avvalgono, pertanto, di questa modalità che non richiede di aver pronti tutti i documenti che la legge 81/2017 prevede e nel contempo approfondiscono per bene tutti gli elementi da far confluire nel regolamento e nell’accordo individuale di smart working, per definire così con molta attenzione la loro migliore policy di lavoro agile da applicare quando l’emergenza sarà finita.
  1. Due le principali criticità evidenziate come conseguenza di questa continua commistione tra Smart Working e Home Working emergenziale. La prima riguarda il fatto che alcune aziende, pur essendosi aggiudicate il Voucher di finanziamento delle attività collegate al piano di smart working, hanno dovuto rinunciare alla realizzazione del progetto per il ricorso alla Cassa Integrazione per i beneficiari del piano. La seconda attiene alla ridotta possibilità di andare a monitorare tra qualche mese la sperimentazione dei progetti pilota. Infatti, molte aziende lombarde con l’inserimento in zona rossa sono tornate a lavorare da casa. Sarà dunque difficile valutare l’impatto del vero lavoro agile tra pochi mesi.

Per le aziende attualmente interessate a beneficiare di attività di consulenza, formazione e acquisto di attrezzature per il proprio piano di smart working, con decreto 13941 del 17 novembre 2020 Regione Lombardia mette a disposizione le risorse derivate da decadenza o rinuncia dei contributi dei voucher precedentemente assegnati, riaprendo alla presentazione di domande di finanziamento a dicembre 2020.

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Marialuisa Di Bella

Partner FareWelFare