Avevamo già parlato nell’articolo la cura non si ferma di come il terzo settore sta reagendo ai nuovi bisogni di cura dettati dall’attuale situazione di emergenza. In questo secondo articolo Fabiana Amelini riporta l’esperienza della Cooperativa Spazio Aperto Servizi che opera da oltre 25 anni nell’area metropolitana di Milano
“Con l’emergenza sanitaria la sfida è stata continuare a dare risposte concrete ai bisogni esistenti e a quelli emergenti proprio delle persone fragili di cui ci prendiamo cura da sempre: persone anziane spesso sole, persone senza dimora o minori non accompagnati che non hanno un posto dove “restare a casa” e nessuna persona a cui chiedere aiuto, senza dimenticare i bambini e i ragazzi accolti nelle nostre comunità.
Nel rispetto delle regole di contenimento abbiamo riprogettato i servizi di accoglienza e di assistenza e ne abbiamo attivati di nuovi, uno sforzo significativo di risorse umane ed economiche, per il quale abbiamo anche attivato una raccolta fondi specifica.
In pochissimi giorni, in collaborazione con il Comune di Milano e il supporto della Protezione civile abbiamo predisposto tre strutture temporanee d’accoglienza: dal 2018 gestiamo infatti Casa Jannacci, la struttura per senza dimora più grande d’Europa che prima dell’emergenza accoglieva oltre 500 persone. Un numero troppo elevato e spazi non sufficienti per garantire il rispetto delle misure di distanziamento sociale o, in alcuni casi, l’isolamento.
Abbiamo così allestito il Centro Sportivo Saini e il Social Music City all’interno dello Scalo di Porta Romana dove accogliamo rispettivamente 160 e 70 persone senza dimora e il Centro di Via Carbonia. Qui, in collaborazione con Farsi Prossimo, ospitiamo persone provenienti da altre strutture d’accoglienza della città, con sintomi riconducibili al Covid-19 e che necessitano quindi di isolamento, ma che non hanno a disposizione alcun alloggio dove trascorrere la quarantena obbligatoria.
Questi interventi hanno permesso di scongiurare che scoppiassero dei veri e propri focolai, prevenendo la diffusione del contagio. Abbiamo messo al primo posto la salute delle persone accolte, ma non abbiamo mai smesso di pensare alla vivibilità degli spazi a loro dedicati: è nata così ARIAPERTA | design senza dimora, la prima call per donazione di arredi e attrezzature da esterni rivolta a designers e aziende lanciata pochi giorni fa insieme al Dipartimento di Design del Politecnico di Milano.
L’obiettivo è trasformare lo spazio esterno recintato del Social Music City in un’area attrezzata per far trascorrere agli ospiti del tempo all’aria aperta pur mantenendo le distanze previste.
Sono stati poi rafforzati i servizi al domicilio a sostegno della popolazione anziana e delle persone in situazione di fragilità, attraverso la consegna di spesa e farmaci, il disbrigo di piccole commissioni, l’ascolto telefonico e il monitoraggio dello stato di salute.
Ma l’emergenza coronavirus ha comportato anche la necessità di ripensare e riorganizzare i servizi dedicati a bambini e ragazzi vittime di esperienze traumatiche accolti nelle comunità minori e alle persone con disabilità che vivono nelle micro-comunità, per poter continuare a garantire loro l’assistenza di cui hanno bisogno.
Tutto questo è stato ed è possibile grazie ai nostri operatori che non si sono tirati indietro e alla straordinaria risposta dei volontari: oltre 430 persone si sono rese disponibili a supportare gli operatori impiegati nei servizi essenziali di accoglienza e assistenza.
Un lavoro di squadra che ci permetterà di andare avanti, di dar voce e risposte ai bisogni delle persone di cui ci prendiamo cura”
Responsabile Comunicazione, Fundraising e Rapporti Istituzionali