Come riconoscere un’azienda che si occupa veramente del benessere delle persone?

Nell’auto-percezione e nella comunicazione esterna è difficile trovare un´impresa che non sia convinta di essere un posto di lavoro attento ai bisogni dei suoi collaboratori in generale e alla conciliazione vita lavoro in particolare. Eppure, per darne un esempio, nonostante molte imprese siano seriamente impegnate al riguardo, secondo i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, sale il numero delle madri lavoratrici che si dimettono per motivi legati alla cura della famiglia, ovvero per la mancata conciliabilità dei compiti di lavoro e compiti di cura in famiglia.

Tuttavia, su molti piani, tra cui quelli della politica per la salute e la sicurezza, della responsabilità sociale, della valorizzazione della diversità, dell’approccio etico in generale, molte imprese vanno oltre gli obblighi di legge, ossia oltre quanto prescritto a livello normativo. Si pongono quindi 2 domande chiave: come distinguere le società impegnate sul piano del sociale dalle altre? Quali strumenti utilizzare per assicurare sostenibilità alle Buone Pratiche messe in campo, le quali, peraltro, quasi sempre si accompagnano alla sostenibilità del business tout court?

Per quanto possa sembrare scontato, come primo step per comprendere quali siano le aziende che si distinguono sul piano delle Buone Pratiche in campo sociale ed etico, è necessario che esse conoscano sé stesse, che abbiano consapevolezza delle pratiche spesso già in essere, senza che queste siano state necessariamente “formalizzate”.  È Infatti questa la situazione in cui si trovano non poche imprese, ricche di iniziative, ad esempio in tema di Welfare, ma prive di regolamenti interni, policy o accordi di secondo livello, una situazione in altri termini corrispondente al Modello base  descritto in un precedente articolo pubblicato su questo blog.

Allo stesso tempo la conoscenza, la consapevolezza e corretta valutazione della situazione esistente è premessa delle future politiche e del loro continuo miglioramento. Saper rispondere al progressivo cambiamento dei bisogni dei clienti e del quadro esterno – anche tecnologico – per le aziende è il primario fattore di successo. Alla stregua di questo, saper individuare e anticipare le aspettative degli stakeholder “Personale” e “Società” diventa un requisito altrettanto importante per la sostenibilità del business.

Nel comprendere lo stato della propria organizzazione nei vari ambiti  afferenti al benessere organizzativo, il feedback da parte di un ente esterno può essere un grande aiuto, quando si tratta di valutare in modo oggettivo lo stato della propria organizzazione e di impostare di conseguenza le future politiche, oltre che di comunicare in modo veritiero e corretto con l’esterno.

L’elenco degli standard qui di seguito riportato fornisce una panoramica sintetica dei sistemi di riconoscimento e/o certificazione nelle diverse aree afferenti al benessere organizzativo suddivisi in quattro sottogruppi: norme locali e internazionali, sistemi di gestione, riconoscimenti/premi e certificazioni di competenze. Tali standard verranno approfonditi nell’ambito di altri due articoli che seguiranno nelle prossime settimane.

Norme  e Standard di qualità

SA 8000® – Social Accountability: standard per certificare le politiche di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), tra cui il rispetto dei diritti dei lavoratori e l’assenza dello sfruttamento dei minori; standard utilizzato soprattutto da imprese operanti in campo internazionale.

UNI ISO 45001:2018: standard certificabile in tema di sicurezza e salute sul lavoro; sostituisce la precedente norma britannica OHSAS 18001; richiede il coinvolgimento dei lavoratori e include le tematiche della Conciliazione Vita Lavoro.

UNI ISO 26001: standard internazionale; sebbene non destinata ai fini di certificazione da parte di organismi terzi, rappresenta una “Guida alla responsabilità sociale” per tutti i tipi di organizzazioni.

IxCLF – Impegno per la Conciliazione Lavoro Famiglia (Work Life Balance): standard sviluppato da AICQ (Associazione Italiana Cultura Qualità) secondo criteri del TQM e certificabile dall’organismo di parte terza Certiquality.

Inoltre, nel 2019, l’UNI (Ente Italiano di Normazione), supportato da CGM (Consorzio Nazionale della Cooperazione Sociale Gino Mattarelli), ha approvato l’avvio della pubblica consultazione per la redazione delle “Linee guida per i requisiti per la qualità dei fornitori di servizi alla persona/famiglia nel welfare aziendale”.

Sistemi di gestione

Family Audit: è uno strumento manageriale per il Work-life-balance; marchio di proprietà della Provincia di Trento che funge come ente di certificazione; promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia presso il Consiglio dei Ministri.
WHP – Workplace Health Promotion (promozione della salute nei luoghi di lavoro): iniziativa avviata dall’Unione Europea sul campo della Salute gestite dalle ATS; apre alle tematiche della Conciliazione Vita Lavoro.
Ot23: denominazione del nuovo modulo INAIL per le domande di riduzione del tasso medio di tariffa per la prevenzione; tra le aree di intervento riconosciute annoverano anche gli interventi di carattere generale ispirati alla responsabilità sociale.

Riconoscimenti e premi

Welfare Index: il premio Welfare Index, si propone come l’esito di indagine rivolta ad aziende da 6 a 1000 dipendenti su tutto il territorio nazionale. Ogni impresa viene valutata in ultima analisi da un comitato guida che premia annualmente le realtà più virtuose.

Great Place To work: si tratta di un percorso di certificazione che consente alle aziende di misurare il clima di lavoro dal livello di fiducia che si manifesta in azienda fra i lavoratori e i manager, il lavoratori e l’azienda, fra colleghi. Le aziende che concludono il processo di certificazione vengono classificate e premiare con il Best Place To Work.

Certificazione parità di genere: La certificazione è un’iniziativa di Winning Women Institute un’associazione impegnata sul tema della Gender Equality  con l’obiettivo di diffondere il principio della Parità di Genere all’interno del mondo del lavoro. Il processo di Audit valuta le Opportunità di crescita in azienda per le donne, Equità remunerativa e processi gestionali HR, Policy per la gestione della Gender Diversity le Policy per la tutele della maternità.

Profili professionali e competenze specifiche

Per la gestione del Benessere in azienda Regione Lombardia ha codificato nei propri QRSP (Quadro Regionale degli Standard Professionali) 3 profili professionali con competenze specifiche che possono essere certificate attraverso specifici percorsi di formazione promossi da enti accreditati alla formazione da Regione Lombardia e tramite un percorso di valutazione informale.

Fra le figure competenti troviamo il Welfare Manager, il Disability Manager e il Diversity Manager

Il Welfare Manager : professionista che opera nel campo delle politiche del lavoro progettando, gestendo, monitorando e valutando i programmi di welfare sia a livello aziendale che territoriale. Il welfare manager svolge azioni di supporto ai responsabili della gestione delle risorse umane in materia di welfare, smart working e anche durante le fasi di contrattualizzazione, negoziazione e contrattazione sindacale.
Il Disability Manager è il responsabile di tutto il processo di integrazione socio-lavorativa delle persone disabili all’interno delle imprese: dalla pianificazione, ricerca, selezione, inserimento e mantenimento in azienda, fino allo sviluppo professionale e organizzativo.
Il Diversity Manager è il responsabile di quell’insieme strutturale di pratiche innovative di gestione delle risorse umane nell’ottica di valorizzazione della diversità di ciascuno, promuovendo la cultura dell’inclusione ai fini strategici dell’impresa.

Quanto fin qui menzionato è solo un punto di partenza per uno studio più approfondito sui sistemi di riconoscimento di buone pratiche sul tema del benessere organizzativo; esistono altre forme di riconoscimento che si stanno inserendo in Italia, fra queste a titolo di esempio possiamo citare il Manager Della Felicità  e altri premi e riconoscimenti che puntano all’innovazione del Welfare, come ad esempio More Than Pink e altri meno noti, ma che trovano spazio in un terreno come il benessere organizzativo tuttora fertile di idee innovative e bisognoso di cornici di senso.