A quale professionista non capita di trovarsi oberato da email da leggere o continue notifiche provenienti dalle App di messaggistica istantanea da parte di clienti, collaboratori o fornitori? Sempre di più i professionisti che operano nell’ambito della conoscenza e della consulenza si trovano a districarsi in giornate lavorative caratterizzate da continue interruzioni, molte delle quali provenienti dal digitale.
Oltreoceano ormai è sdoganato il termine digital wellbeing, e anche se in Italia se ne sente parlare ancora poco, nei contesti lavorativi più attenti alla salute e al benessere delle proprie risorse, si sta iniziando a fare una riflessione sul tema. Gli aspetti su cui si costruisce un pensiero sul benessere digitale riguardano il tecno stress, l’uso sano e intenzionale dei media digitali e la gestione delle distrazioni provenienti dal virtuale.
In media controlliamo la posta elettronica ogni 6 minuti (statistiche 2019 dell’App Rescue Time) e ci abituiamo a reagire alle varie notifiche durante la giornata in modo compulsivo. Nell’illusione di essere maggiormente produttivi incappiamo nella trappola del multitasking digitale e dell’essere always on. Riuscire a gestire le distrazioni digitali diventa una priorità in contesti lavorativi dove l’ambiente è perennemente distraente (ricezione email, notifiche social, messaggi WhatsApp) e si fatica a definire le priorità su cui concentrarsi.
Perché siamo tutti attaccati allo smartphone?
I tool digitali che utilizziamo fanno leva su dei meccanismi psicologici precisi per aumentare il nostro tempo di utilizzo e che quindi spiegano perché il tempo passa molto velocemente quando stiamo navigando e arrivati alla fine della giornata non sappiamo esattamente in cosa abbiamo investito le nostre ore.
- Uno dei meccanismi è il rinforzo variabile: gli esseri umani imparano a ripetere una certa azione quando segue un premio in modo casuale. Questo accade con le slot machine: premo un pulsante e la vincita che ricevo è del tutto variabile, dunque sarò spinto a proseguire nel gioco. La stessa volatilità la troviamo nella ricezione delle notifiche (email, messaggistica istantanea, social media, ecc.). Ecco che quindi ci troviamo a controllare il telefono o l’email anche quando non stiamo aspettando una risposta particolare o non abbiamo ricevuto una notifica.
- Un secondo meccanismo che ci spinge ad aumentare il nostro tempo di utilizzo è il bottomless: la tendenza umana è proseguire in un’attività fino a quando non ne vediamo una fine. Questo è il motivo per cui mangiamo fino a quando il cibo non è finito nel piatto e per cui quando apriamo la casella di posta vogliamo leggere tutte le email in arrivo giungendo ad una conclusione. Sfruttando questa modalità di funzionamento della nostra mente, le piattaforme social in particolare sono costruite senza una fine. Possiamo scrollare all’infinito e ci sarà sempre altra informazione che ci viene propinata. Ecco che quindi ci troviamo ad entrare in un App per un motivo e dopo venti minuti siamo ancora lì a navigare lasciando che la gestione del tempo sia lasciata al dispositivo più che alla nostra intenzionalità.
Perché è importante occuparsi del proprio benessere digitale?
Per un/a professionista è cruciale lavorare sulla capacità di mantenimento di focus e attenzione. Come tante altre competenze, anche la capacità di operare in modo concentrato e quindi produttivo, può essere appresa e soprattutto allenata. Il cervello umano è plastico, ciò significa che a seconda delle attività che ci abituiamo a fare e delle modalità in cui lavoriamo, alcuni circuiti neurali si rinforzeranno rispetto ad altri. Ecco quindi che darsi delle regole e delle modalità di gestione delle distrazioni digitali, diventa necessario anche per allenarsi a lavorare con focus e quindi aumentare la propria efficacia lavorativa. Oltre ad avere dei risvolti sui risultati prodotti, c’è ovviamente anche un beneficio in termini di benessere personale visto che riuscire ad ottenere di più con minor sforzo aumenta la propria soddisfazione.
Come riuscire a meglio gestire le distrazioni digitali?
- Prima di tutto definendo tempi e luoghi (anche limitati) in cui il digitale non entra, per preservare uno spazio di massima concentrazione.
- In secondo luogo educando i propri collaboratori, clienti e interlocutori in generale a contattarci nei contesti digitali come noi lo desideriamo. Se non vogliamo che un cliente ci contatti su WhatsApp, non facciamolo a nostra volta.
- Infine avere sempre chiaro l’obiettivo per cui stiamo per sbloccare lo smartphone o aprendo la mail, e attivare la nostra consapevolezza per evitare di essere agganciati da tutta una serie di distrazioni che rischiano di portarci altrove.
Psicologa e autrice di